I decreti bersani e le altre riforme
Personalmente, rispetto all'azione di governo attuale, non posso condividere alcune cose che sono state fatte, in particolar modo lo stravolgimento di un indirizzo teso alla riduzione della pressione fiscale, convinto come ero che solo la riduzione delle entrate avrebbe potuto portare a tagli nella spesa.
Detto questo l'Italia è l'unico paese dove, se si vuol fare qualcosa o una legge occorre farla per decreto e questo indipendentemente dal colore della maggioranza per cui vediamo di analizzare il senso di questi decreti.
Siamo ammalati quasi tutti di protezionismo "personale". Si può liberalizzare tutto, meno quello che riguarda noi; dico questo non per populismo, ma perché la difesa più utilizzata da tutti quando si propone di liberalizzare il proprio settore è trovare altri settori "più protetti" ed applicare la logica, prima loro... poi noi.
Certo è vero, ancora adesso, che alcune aree protette non sono state colpite dal vento delle liberalizzazioni, come molti servizi pubblici locali, che costituiscono ancora grosse fonti di costi "occulti" a causa dell'inefficienza nella gestione delle municipalizzate da parte delle amministrazioni, ma nel complesso trovo l'opera del ministro Bersani interessante.
Tuttavia mi chiedo, le Authority preposte dove erano?
Il costo di ricarica è un'invenzione delle compagnie per sfruttare un'anomalia italiana, il fatto che siano tassati gli abbonamenti (da 5 a 12 € al mese), mentre le ricaricabili non pagano alcun costo; questa situazione agevola ovviamente queste ultime; così fino ad oggi, sfruttando questa idiozia normativa, una tassa occulta la RISCUOTEVANO le compagnie telefoniche.
Perché c'è voluto un decreto? E soprattutto perché non si è anche provveduto ad eliminare la tassa sugli abbonamenti?
Quanti agli operatori non venissero a raccontare la favola che i costi di ricarica sono causati dai margini lasciati agli operatori commerciali, perché sulle ricariche, vi è il mostruoso guadagno dell'1-2%.
Considerato che le compagnie lucrano dal 10 al 33%, sui tagli di ricarica più comuni, che questo guadagno è totalmente aggiuntivo a quello già conseguito sulle telefonate e sugli SMS, non si capisce la ragione di tale BALZELLO.
Wind non ha costi di ricarica e non per questo ha portato i libri in tribunale.
Ma il costo di ricarica, da parte di molti operatori, esiste da sempre, dove sono stati tutti, incluso il governo Berlusconi, in tutti questi anni?
Sul resto devo dire che le liberalizzazioni hanno sempre un costo sociale, quello di cui tutti parlano in televisione e sui giornali, spesso a sproposito; viceversa il beneficio, spesso molto più consistente, è invisibile e fa poca notizia perché ripartito su centinaia di migliaia di persone.
Vi faccio un esempio che spero chiarisca il quadro
Se risparmiassimo tutti 3-4c. al litro su ogni litro di carburante, quale sarebbe il beneficio per 20 milioni di automobilisti? immaginiamo un consumo di 400 litri di carburante/auto, ed abbiamo un risparmio pari a 320 Milioni di €, solo che sarebbe ripartito in 16 €/auto, contro la perdita di circa 5.000 posti di lavoro che fanno più notizia.
Il problema però è che, per tenere in piedi questi 5.000 posti, oggi spendiamo, come collettività, ben 60.000 €, ne vale la pena?
E' questo il problema di molte liberalizzazioni e dei sistemi protezionistici, quali quelli fortissimi sull'agricoltura.
Per ora mi fermo qui, ma tornerò poi sull'argomento.
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