venerdì, luglio 28, 2006

Il tempo e l'economia

Il vero padrone dell'economia

Nessuno lo dice mai, ma il vero padrone dell'economia è il tempo. Nessuna variabile, più del tempo, comanda e guida l'economia.
Gli investimenti guardano al futuro, il lungo o breve termine, le trimestrali delle aziende, i bilanci annuali, tutto è scandito dallo scorrere del tempo.

Ma rimanendo a temi più vicini a noi, ciò che interessa del tempo è il fatto che, dal punto di vista economico, il suo scorrere non è ininfluente. Moltissime teorie sono incentrare sul tempo, sul concetto di durata.

Perché è importante capire il valore del tempo? Perché se si comprende il valore del tempo, si comprenderanno meglio tutti i meccanismi, più o meno complessi del mondo della finanza.

Il tempo, in economia, è convenzionalmente, misurato in gg., le ore ed i minuti non sono misure molto importanti. Ovviamente vengono usati anche i multipli dei gg. i mesi, e gli anni che sono le misure più adoperate, però la base è sempre il giorno.

Tanti anni diversi.

Si sente spesso parlare di mese ed anno commerciale. Come tutti sanno il nostro anno è composto da 365 gg. per 3 anni e 366 per 1 anno; ma c'è di più i mesi non hanno durate uguali.
Si è perciò ritenuto utile, in moltissime transazioni, adottare un anno convenzionale composto da 360gg. e con mesi, tutti uguali, composti da 30gg. ciascuno.
Ovviamente, siccome in economia nessuno regala niente, vengono attuati i correttivi per far sì che ci sia EQUIVALENZA FINANZIARIA, nelle operazioni sia che esse siano calcolate con il calendario convenzionale, che con quello commerciale.

Il concetto di equivalenza finanziaria ci sarà utile successivamente e lo spiegherò più in dettaglio.
Per ora possiamo dire che c'è equivalenza finanziaria tra due grandezze, quando il risultato ottenuto, da due operazioni finanziarie diverse è uguale.

Tornando al discorso dell'anno commerciale questo ci sarà utile quando analizzeremo il concetto di interesse e di tasso di interesse, nonché il calcolo del tasso di interesse giornaliero, istantaneo, mensile ed annuale.

Diamo il corretto valore al tempo

Tutto questo discorso dovrebbe aver reso giustizia ad un concetto, il tempo non è una cosa da ignorare o sottovalutare.
Il tempo è importante anche per un'altra variabile che viene considerata nelle valutazioni economico-finanziarie, l'incertezza del futuro, o meglio l'incertezza circa l'andamento del futuro.
Di una cosa siamo certi, il futuro arriverà. Tuttavia, il fatto che una cosa sia certa nel suo avvenire, non è detto che la renda certa anche nel suo divenire.
In termini più chiari, noi sappiamo che tra un anno sarà il 2007, ma non siamo in grado di prevedere (se lo fossimo saremmo ricchi) cosa sarà dell'economia da qui al 2007. Certo il mercato, ovvero l'insieme degli operatori, fa delle previsioni, tuttavia non è detto che queste previsioni si avvereranno.

Quindi occorre considerare il tempo sotto due dimensioni: una quella strettamente temporale ed un'altra quella legata all'incertezza. Ovviamente il diverso peso da associare alle due dimensioni è influenzato da tanti fattori che studieremo insieme (rischiosità del mercato-prodotto, rischiosità dell'investimento, rischiosità dell'emittente). Normalmente dato uno stesso investimento, più allontaniamo la sua scadenza più aumenta, seppure di poco, la sua richiosità.

Da tutto questo lungo discorso penso si sia cominciato a capire perché è tanto importante il tempo. Molto altro resta da dire, ma avremo modo di parlarne successivamente. Per ora vi lascio con un altro termine fondamentale per l'economia su cui riflettere: IL RISCHIO.

Etichette: , ,

giovedì, luglio 27, 2006

L'interesse, questo sconosciuto

Un elemento centrale per la comprensione dell'economia aziendale e della finanza, ma anche per la nostra vita quotidiana, è l'interesse.

Possiamo vedere l'interesse come la contropartita, il corrispettivo che una persona o un'azienda corrisponde ad un altro soggetto per poter usufruire di una certa somma di denaro.

Quando eravamo alle elementari, ci hanno spiegato che l'interesse si calcolava in questo modo: rapportando la differenza tra la somma pagata e la somma ricevuta, alla somma ricevuta.

Un esempio chiarirà questo punto.
Riceviamo 1000 €, ne ripaghiamo 1100.
La differenza è 100 €.
L'interesse è il 10% ovvero 100 /1000.

Tutto bene?
Sì, fin quando eravamo alle scuole elementari e non nella vita vera. Nella vita reale c'è un'altra importantissima variabile che complica tutta la questione, il tempo.
Infatti, intuitivamente, non è la stessa cosa se, presi i valori dell'ultimo esempio, una persona restituisce i 1100 € dopo 1 mese ed un'altra dopo 2 anni.

Ma come è possibile, se l'interesse è comunque il 10%?

È qui che entra in gioco il fattore tempo, senza di questo non è possibile comprendere il concetto di tasso d'interesse e si cade vittime, facilmente, degli imbonitori e dei venditori di finanziamenti e strumenti finanziari inutili senza scrupoli.

Ricordando la massima che abbiamo enunciato ovvero: un euro oggi vale più di un euro domani, occorrerà complicare un po' le formule che ci hanno insegnato alle elementari per ottenere il dato vero, ovvero il tasso d'interesse, il corrispettivo cioé che paghiamo quando prendiamo dei soldi in prestito, indipendentemente da chi ce li fornisce.

Etichette: , ,

Rudimenti di matematica finanziaria

Una materia molto utile per capire la finanza ed i piccoli grandi trucchi ad essa connessi è la matematica finanziaria.
Questa materia , semplificandola al massimo, studia le formule matematiche che consentono di predisporre una serie infinita di strumenti finanziari.
Pensiamo, semplicisticamente, ai mutui ed alle varie forme di rimborso, rate costanti, rate crescenti, capitale fisso ed interesse variabile e molto altro, sono tutte "variazioni" sul tema di cui si occupa la matematica finanziaria.

Poiché non tutti hanno la fortuna o l'incubo di doverla studiare, in questa sede cercherò di spiegare nel modo più semplice, ma corretto, i principi alla base della matematica finanziaria ed alcuni concetti importantissimi e troppo spesso poco conosciuti.

Per oggi vorrei solo lasciarvi con quella che potrei definire la regola base della finanza: UN EURO OGGI VALE PIU' DI UN EURO DOMANI.

Leggete con attenzione questa frase e rifletteteci attentamente.... se non ne siete pienamente convinti, nelle prossime settimane vi spiegherò perché deve essere necessariamente così per un corretto funzionamento dell'economia.

Etichette: ,

Il debito è servito



Telecom Italia. Il monopolista a volte definito ex monopolista, ma che forse proprio ex non lo è mai stato affatto. Non mi interessa ciò in questa sede. Solo che non è possibile, che ogni blog a sfondo economico-politico-sociale ripeta, da due anni, di continuo che Telecom Italia è una scatola piena di debiti; che è la nuova Parmalat; che migliaia di azionisti resteranno con il cerino in mano. Il debito c'è ed è innegabile. C'è il debito nella controllata Telecom Italia e c'è debito nella controllante Olimpia a cui fa capo Tronchetti Provera. Il debito di Telecom deriva, in parte da investimenti sostenuti durante gli anni, ma in larga parte deriva dai debiti contratti dalla gestione Colaninno; debiti finalizzati ad acquistare Telecom stessa.

Ma facciamo un passo indietro. Colaninno, nel 1999, acquistò la società dei telefoni facendo in gran parte leva su linee di credito concesse da un consorzio di banche. Il debito contratto era in capo a Olivetti mediante la controllata Tecnost, che venne poi fusa con la società di Ivrea. Pertanto la situazione debitoria di Telecom, all'epoca non fu variata di una virgola. Nel 2003, due anni dopo il passaggio di mano a Tronchetti, si procedette a fondere Olivetti con Telecom facendo innalzare il debito sopra i 40 miliardi di euro.

Nel frattempo furono però ceduti asset non strategici e il debito calò. L'anno scorso, tuttavia, il board di Telecom, convinto di essere prossimo al boom della fonia 3G, decise di lanciare un'OPA per delistare la controllata TIM da Piazza Affari: in parole povere, Tronchetti ha fatto acquistare tutte le azioni TIM a Telecom Italia che ora ingloba la società dei cellulari e beneficia del 100% dei lauti dividendi che essa genera. L'acquisto del 40% di TIM presente sul mercato ebbe ovviamente il suo costo e questo ha riportato la posizione debitoria di Telecom Italia di nuovo intorno a quota 40 miliardi di euro. Oltre a questi debiti, ci sono anche quelli di Olimpia, società veicolo con la quale Tronchetti ha rilevato (facendo altri debiti) il pacco di azioni Olivetti (poi divenute Telecom) da Colaninno e soci. Ma questa è un'operazione che non tocca la controllata, invece e i giornali fanno un mixture dei debiti di entrambe le società per creare sensazionalismo, per creare l'attesa del nuovo crack annunciato.

Ciò che a me interessa è capire come stia Telecom da punto di vista finanziario e smentire questo tran tran di voci che non fanno altro che creare distorsioni. Personalmente sono stufo della tanta disinformazione che continua ad essere fatta. Non sono un dipendente Telecom, non sono un'azionista Telecom (sebbene lo sia stato); sono un semplice cliente ADSL. Per capire il livello della disinformazione che circola tra giornali, quotidiani e blog, sono sufficienti pochi, semplici dati.

Ricavi annui di Telecom Italia nel 2005: circa 30 miliardi di euro.

Situazione debitoria: - 41,3 mld di euro

Struttura del debito: scadenze per la maggior parte a lungo termine; il 70% del debito è a tasso fisso.

Utile operativo 2005: 7,5 miliardi di euro

Dividendi annui distribuiti nel 2005: 3 miliardi di euro


È messa davvero così male?

Non credo. In caso di crisi, in caso di banche che esigono un rientro parziale dei debiti più a medio termine, sarebbe sufficiente ridurre i dividendi distribuiti alla metà. Oltre a garantire il servizio degli interessi passsivi, 1,5 mld di euro all'anno potrebbero abbattare la quota capitale di debito in modo da accelerare il rientro. In tal caso a subirne le conseguenze sarebbe la scatola Olimpia, che è indebitata e che, in quanto azionista, beneficia anch'essa dei dividendi distribuiti. Ma questo è un fatto suo. Di Tronchetti e delle sue banche socie. Questa soluzione da me discussa, è solo una delle tantissime per fronteggiare qualunque tipo di imprevisto che riguardi la situazione debitoria dell'ex monopolista. Un'altra potrebbe essere la vendita parziale o in blocco di TIM a un concorrente. Oppure una sua nuova IPO a Piazza Affari, che porterebbe, da sola, 15-20 miliardi. Insomma, di soluzioni ce ne sarebbero davvero tante. Ciò dimostra che la situazione debitoria è ampiamente gestibile.

mercoledì, luglio 26, 2006

L'economia per tutti

L'economia è una materia complessa soprattutto perché, coloro che ne sanno di più, fanno di tutto per renderla incomprensibile a chi non è abituato a questi argomenti.

Tuttavia, moltissimi meccanismi economici, spogliati degli orpelli inutili, sono comprensibili da tutti e possono aiutare a capire i molti fenomeni che vediamo ogni giorno.

Perché una data azione si rivaluta nel tempo, perché certi finanziamenti sono meglio di altri, perché un debito a volte può essere importante, mentre in altri momenti è da evitare.

E poi le domande che tutti si fanno, ogni giorno.
Dove posso investire?
Come?
Quanto?

Devo acquistare un'auto, una casa, finanziare un'impresa, cosa è meglio fare?

Per dare risposta a tutto questo, in modo semplice e comprensibile, ma mai superficiale nasce questo blog.

In attesa di commenti e richieste, benvenuti nel vostro nuovo spazio

Etichette: , , ,