mercoledì, maggio 07, 2008

Flessibilità del lavoro

Sono un imprenditore e difendo la flessibilità del lavoro, perché la trovo utile e connaturata alle esigenze delle aziende.

Non sono però un folle e trovo che la formula italiana adottata per la flessibilità sia idiota sia economicamente che socialmente.

Due esempi chiariscono il concetto che è anche intuitivo circa il costo della risorsa.
Ho bisogno di una persona ed ho due alternative:
1) Assumerla a tempo indeterminato, il che significa che pagherò la risorsa anche quando non mi serve al 100%, le darò una serie di garanzie come l'assicurazione, la previdenza, la malattia. Il mio costo per tutto questo sarà X.
2) Assumerla a tempo parziale o come si dice oggi con un contratto flessibile. In questo caso pagherò la risorsa solo per il tempo strettamente necessario ed in molti casi trasferisco su di leri una serie di rischi inclusi quelli di malattia. Il mio costo in questo caso sarà Y.

Dov'è la stortura?

Si vede che la soluzione 2 offre dei vantaggi operativi indiscutibili a questo punto ci si aspetterebbe che il costo Y sia maggiore di X, ovvero il costo per l'azienda di una risorsa flessibile sia maggiore di una risorsa fissa.

Invece NO. E' tutta qua la magia.
Se io assumo a tempo indeterminato qualcuno parto già "svantaggiato" rispetto a chi, a mio avviso spesso in modo "selvaggio" utilizza la flessibilità in modo estremo.
Spesso un contratto flessibile costa all'azienda il 50% meno di un contratto a tempo indeterminato, questo solo in termini monetari, senza contare tutti gli altri effetti di cui spesso si parla (maggiore ricattabilità del lavoratore e cose così).

Perché non proviamo ad affrontare la cosa da un punto di vista diverso e non demagogico?

Il lavoro flessibile serve sia alle aziende che probabilmente a quella parte di lavoratori che avrebbero grazie a questa flessibilità un'opportunità di lavoro altrimenti non disponibile.

Ciò che a mio avviso non serve a nessuno, è un lavoro flessibile che costi meno di un lavoro stabile, perché questo sì nel lungo termine è distruttivo per tutta l'economia.

Chi ha voglia di discutere queste tesi un po' forti, è il benvenuto.

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