venerdì, ottobre 06, 2006

Promozioni: verità e Marketing.

Riprendiamo, dopo una lunga pausa, la nostra serie di articoli per capire meglio l'economia.
Oggi proveremo a guardare dietro un'altra delle promozioni più utilizzate dalla grande distribuzione: la restituzione del denaro.

Molto famosa, a tal proposito, è stata la campagna di Mediaworld incentrata su un concetto chiave, se l'Italia avesse vinto i Mondiali, avrebbero rimborsato il prezzo pagato.
E' stata una catastrofe economica per loro?
No, vediamo perché sotto moltissimi aspetti.

1) Non si tratta di un "rimborso", ma di un buono spesa. La differenza è sostanziale. Un buono spesa è qualcosa che voi dovrete spendere, necessariamente, presso lo stesso punto vendita che ve lo ha rilasciato. Ora, questo semplicissimo accorgimento, riduce l'impatto economico della promozione al fornitore.
Il motivo è presto detto.
Immaginiamo di spendere 1000 € acquistando un televisore (ma come vedremo questo schema vale per tutti i prodotti), il fornitore avrà guadagnato, poniamo 200 € sulla nostra spesa. Al verificarsi di una certa condizione, noi veniamo rimborsati con un buono del valore di 1000 € che provvediamo a spendere immediatamente.
La merce che acquistiamo è stata acquistata dal nostro fornitore x 800 €; pertanto sottrattendo i 200 € già guadagnati sulla prima vendita, si ha che il "danno" potenziale è di soli 600 €.
Non pochi, ma certo già lontani dai 1000 € iniziali.

E veniamo al secondo aspetto:
2) E' dimostrato che un cliente che entra in un dato negozio non acquista solo il prodotto promozionato, ma una serie di prodotti che lo affiancano. Questi prodotti non sono soggetti a promozione, pertanto su questi il guadagno dell'azienda sarà certo e misurabile. In più la stessa cosa potrà avvenire quando si tratterà di spendere il buono, l'eventuale spesa eccedente, andrà a ristorare il fornitore della perdita di cui sopra.
In più la possibilità, anche solo potenziale, di poter avere un prodotto gratis, spinge la gente a consumare più di quanto avrebbero fatto senza questa possibilità, con ciò aumentando il ricavo potenziale del fornitore.

3) Costi promozionali. Una grande realtà della GDO deve investire in promozione una parte cospicua del proprio fatturato per fidelizzare i clienti. Parte di questi costi possono essere girati dalla voce pubblicità perché questo tipo di promozioni hanno un discreto effetto nel breve periodo, rendendo meno necessaria la pubblicità per portare i clienti a visitare nuovamente il punto vendita.

4) Assicurazione. Nessuna azienda, sana, rischia perdite cospicue senza aver stipulato un'adeguata assicurazione. Il rischio in questo caso è trasferito dall'azienda all'assicuratore che, evidentemente, ragiona con logiche diverse che qui sarebbe troppo lungo spiegare.

5) Multinazionali. Alcune promozioni possono essere replicate in più paesi, con ciò aumentando la platea dei potenziali concorrenti, senza per questa aumentare proporzionalmente il rischio. Nel caso in esame, ad esempio, l'aver esteso la promozione ad una serie di paesi europe partecipanti al mondiale, ha di fatto ridotto di molto il rischio visto che una sola nazione poteva fregiarsi del trofeo, mentre le altre sarebbero comunque uscite sconfitte.

6) Aspetti finanziari. Ci sono anche questi, in molti casi i rimborsi non vengono riscossi e questo evita una "perdita", in più i soldi incassati sono disponibili immediatamente generando un introito finanziario che, benché ridotto, contribuisce a ridurre ancora la famosa ed oramai smascherata "perdita".

Spero che questa piccola scheda vi abbia aiutato a "decifrare" una promozione ed a sentirvi un po' meno furbi. La conoscenza è l'arma più potente di cui disponiamo, è importante usarla.

Etichette: